Non era proprio un navigatore ma a suo modo lo fu perché portò a termine una grande impresa.
Il 28 giugno era l'anniversario della morte di Italo Balbo, il 28 giugno Rai Tre e Rai Storia hanno dedicato a Italo Balbo una puntata di uno speciale presentato da Paolo Mieli "Passato e Presente" http://www.barbadillo.it/75661-tv-doman ... alo-balbo/.
Vorrei invece parlare della Trasvolata Atlantica detta anche Crociera aerea del Decennale che fu la seconda ed ultima crociera aerea transatlantica di massa tenutasi dal 1° luglio al 12 agosto 1933.
Organizzatore dell'evento fu proprio Italo Balbo in occasione del decennale della fondazione della Regia Aeronautica in occasione della Century of Progress, l'esposizione universale che si tenne a Chicago per il centenario della Fondazione della Città.
All'impresa parteciparono 25 idrovolanti SIAI Marchetti S55 suddivisi in 8 squadriglie, la spedizione era composta da 52 ufficiali piloti, 1 ufficiale ingegnere e 62 sottufficiali specialisti. Ritornarono in Italia in 24 velivoli, uno essendo stato perso nel tragico incidente alle Azzorre (Baia di Horta).
Le tappe furono:
Orbetello
Amsterdam
Londonderry
Reykjavík
Cartwright
Shediac
Montreal
Chicago
Shediac
Shoal Harbour
Ponta Delgada
Lisbona
Roma
determinante fu il supporto della Regia Marina. La nave Alice fece supporto logistico nella baia di Cartwright, mentre i sommergibili Balilla e Millelire, entrambi Classe Balilla, e le due dragamine classe Pellegrino Matteucci, Matteucci e Biglieri come radiofari.
L'impresa di Balbo rimase quella che colpì maggiormente l'immaginario collettivo, le poste statunitensi emisero un francobollo. Dopo la partenza di Balbo, venne eretta davanti al padiglione italiano un'antica colonna romana. La colonna, esistente ancor oggi tra stadio Soldier Field ed il lungo lago all'interno del Burnham Park.
Due furono gli incidenti gravi che funestarono la Crociera.
Il 1º luglio 1933, dopo una tratta di 1.000 km, al primo ammaraggio ad Amsterdam l'idrovolante del capitano pilota Mario Baldini cappottò e il sergente motorista Ugo Quintavalla di Colorno perse la vita.
Già sulla via del ritorno, il 9 agosto 1933 al decollo dalla Baia di Horta per Lisbona distante 1.440 km, capottò l'idrovolante del capitano pilota Celso Ranieri provocando la morte del secondo pilota tenente Enrico Squaglia di Lucca e la perdita del velivolo. Giungevano così a sette le vittime avvenute durante questo tipo di crociere che comunque aumentavano il prestigio dell'Italia nel mondo, ma che pure chiedevano un obolo di sangue.
Balbo morì pochi giorni dopo l'inizio del conflitto il 28 giugno 1940 a Tobruch in Libia, a causa del fuoco amico della contraerea italiana (a bordo dell'aereo vi era anche Nello Quilici padre del documentarista Folco Quilici).
Due giorni dopo la sua morte perfino il nemico inglese onorerà Balbo paracadutando sul campo italiano una corona d'alloro con un biglietto in cui era scritto
« Le forze aeree britanniche esprimono il loro sincero compianto per la morte del Maresciallo Balbo, un grande condottiero e un valoroso aviatore che la sorte pose in campo avverso. »
Italo Balbo
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Italo Balbo
Ci sono due modi per tornare da una battaglia: con la testa del nemico o senza la propria.
Paolo Di Canio
Dopo la partita Lazio-Roma 3-1, 6 gennaio 2005
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Re: Italo Balbo
Interessante. Non lo sapevo. Molte cose successe nel famoso ventennio non giungono alla ribalta televisiva.
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Re: Italo Balbo
Didi ha scritto:Interessante. Non lo sapevo. Molte cose successe nel famoso ventennio non giungono alla ribalta televisiva.
Meglio non toccare troppo questo tasto. Affrontare quel periodo storico è molto difficile, bisognerebbe cercare di approcciarvisi come fa un orologiaio che si muova in modo molto delicato. Purtroppo quel periodo viene sempre affrontato con furore ideologico sia dai suoi sostenitori che dai suoi detrattori e facendo così crea un'atmosfera schizofrenica attorno a un periodo storico che non tornerà più.
Tornando all'impresa di Balbo fu una grande impresa per un paese come l'Italia che era il paese della vittoria mutilata e che nonostante il tributo di sangue pagato sul Piave, sull'Isonzo, sul Carso e a Vittorio Veneto non venne considerato, era normale che potessero prendere piede certi movimenti o certe ideologie che invece non presero piede in Francia e in Inghilterra.
Con quell'impresa si dimostrò che la nostra aeronautica non era seconda a nessuno e che grazie alla coesione e alla collaborazione di tutte le forze produttive della nazione anche un paese bistrattato come l'Italia poteva stare sullo stesso livello di altri paesi.
Ci sono due modi per tornare da una battaglia: con la testa del nemico o senza la propria.
Paolo Di Canio
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Re: Italo Balbo
Oltre alla Crociera del decennale (quella dell'Atlantico) Balbo fu l'organizzatore di altre tre crociere:
la prima fu la Crociera aerea del Mediterraneo Occidentale dal 25 maggio al 2 giugno del 1928
la seconda fu la Crociera aerea del Mediterraneo Orientale dal 5 giugno al 19 giugno del 1929
la terza fu la Crociera transatlantica Italia Brasile dal 17 dicembre 1930 al 15 gennaio del 1931
Da sottosegretario di Stato all'Aeronautica del regno d'Italia, Italo Balbo, ideò, al posto dei lunghi raid aerei o trasvolate in solitaria o in coppia, delle crociere aeree, della durata di diversi giorni, con scali, compiuto da squadriglie in formazione di idrovolanti della Regia Aeronautica. Lo scopo era di addestrare i reparti di volo e riscuotere il successo internazionale attraverso l'immagine di una moderna ed efficiente aviazione. Come base fu scelto l'idroscalo di Orbetello, dove avveniva la partenza e l'arrivo. Le prime due furono nel Mediterraneo, prima in quello occidentale, con ben 61 velivoli tra i quali 51 S.M. 59 bis e poi in quello orientale, con 35 Savoia-Marchetti S.55.
Divenuto ministro dell'Aeronautica, dal 1930 Balbo organizzò le crociere "transatlantiche", prima in America meridionale con 12 idrovolanti Savoia-Marchetti S.55A, e poi in Nord America. A quest'ultima presero parte 25 idrovolanti SIAI-Marchetti S.55X.
La Crociera aerea transatlantica Italia-Brasile fu la prima crociera aerea transatlantica di massa. Venne organizzata da Italo Balbo dopo il successo delle due crociere di massa nel Mediterraneo. Si tenne tra il 17 dicembre 1930 e il 15 gennaio 1931.
Dopo le due crociere nel Mediterraneo, si pensò ad un'impresa di più ampio respiro: una trasvolata atlantica in formazione, mai effettuata prima. Fu con questo scopo che, nel 1930, venne realizzata ad Orbetello la NADAM, Scuola di Navigazione Aerea D'Alto Mare, per preparare equipaggi in grado di effettuare trasvolate oceaniche. Furono utilizzati 12 idrovolanti Savoia-Marchetti S.55A.
Le tappe furono
Orbetello 17 dicembre 1930 Los Alcazares 1.200 km
Los Alcazares 19 dicembre - Port-Lyautey (Marocco Francese) 700 km
Port-Lyautey 23 dicembre - Villa Cisneros nel Rio de Oro (oggi Dakhla, Sahara Occidentale) 1.600 km
Villa Cisneros 25 dicembre - Bolama (Guinea portoghese) 25 dicembre 1500 km
Bolama 5 gennaio - Natal (Brasile) 3.000 km
Il tratto di trasvolata atlantica di circa 3000 km si presentava come la tappa più difficile di tutta la trasvolata. Non solo per la lunghezza del percorso, che sarebbe stato coperto in circa 20 ore, ma anche per il momento del decollo, con gli S.55 caricati al massimo delle loro possibilità di carburante. Per risparmiare sul peso vennero rimossi anche i giubbotti di salvataggio. Il decollo avvenne la notte del 5 gennaio. Alle 01:29 GMT L'I-VALL e l'I-RECA dovettero sospendere la manovra di decollo per problemi di surriscaldamento ai motori.
Al decollo un incidente coinvolge l'I-RECA (perde la vita il sergente Fois) e l'I-BOER (perde la vita l'intero equipaggio). Durante la trasvolata ammarano l'I-DONA, che riesce a riprendere il volo, e l'I-BAIS, disperso.
Natal 11 gennaio - Bahia (oggi Salvador) 1000 km
Bahia 15 gennaio - Rio de Janeiro 15 gennaio 1931 1350 km
la prima fu la Crociera aerea del Mediterraneo Occidentale dal 25 maggio al 2 giugno del 1928
la seconda fu la Crociera aerea del Mediterraneo Orientale dal 5 giugno al 19 giugno del 1929
la terza fu la Crociera transatlantica Italia Brasile dal 17 dicembre 1930 al 15 gennaio del 1931
Da sottosegretario di Stato all'Aeronautica del regno d'Italia, Italo Balbo, ideò, al posto dei lunghi raid aerei o trasvolate in solitaria o in coppia, delle crociere aeree, della durata di diversi giorni, con scali, compiuto da squadriglie in formazione di idrovolanti della Regia Aeronautica. Lo scopo era di addestrare i reparti di volo e riscuotere il successo internazionale attraverso l'immagine di una moderna ed efficiente aviazione. Come base fu scelto l'idroscalo di Orbetello, dove avveniva la partenza e l'arrivo. Le prime due furono nel Mediterraneo, prima in quello occidentale, con ben 61 velivoli tra i quali 51 S.M. 59 bis e poi in quello orientale, con 35 Savoia-Marchetti S.55.
Divenuto ministro dell'Aeronautica, dal 1930 Balbo organizzò le crociere "transatlantiche", prima in America meridionale con 12 idrovolanti Savoia-Marchetti S.55A, e poi in Nord America. A quest'ultima presero parte 25 idrovolanti SIAI-Marchetti S.55X.
La Crociera aerea transatlantica Italia-Brasile fu la prima crociera aerea transatlantica di massa. Venne organizzata da Italo Balbo dopo il successo delle due crociere di massa nel Mediterraneo. Si tenne tra il 17 dicembre 1930 e il 15 gennaio 1931.
Dopo le due crociere nel Mediterraneo, si pensò ad un'impresa di più ampio respiro: una trasvolata atlantica in formazione, mai effettuata prima. Fu con questo scopo che, nel 1930, venne realizzata ad Orbetello la NADAM, Scuola di Navigazione Aerea D'Alto Mare, per preparare equipaggi in grado di effettuare trasvolate oceaniche. Furono utilizzati 12 idrovolanti Savoia-Marchetti S.55A.
Le tappe furono
Orbetello 17 dicembre 1930 Los Alcazares 1.200 km
Los Alcazares 19 dicembre - Port-Lyautey (Marocco Francese) 700 km
Port-Lyautey 23 dicembre - Villa Cisneros nel Rio de Oro (oggi Dakhla, Sahara Occidentale) 1.600 km
Villa Cisneros 25 dicembre - Bolama (Guinea portoghese) 25 dicembre 1500 km
Bolama 5 gennaio - Natal (Brasile) 3.000 km
Il tratto di trasvolata atlantica di circa 3000 km si presentava come la tappa più difficile di tutta la trasvolata. Non solo per la lunghezza del percorso, che sarebbe stato coperto in circa 20 ore, ma anche per il momento del decollo, con gli S.55 caricati al massimo delle loro possibilità di carburante. Per risparmiare sul peso vennero rimossi anche i giubbotti di salvataggio. Il decollo avvenne la notte del 5 gennaio. Alle 01:29 GMT L'I-VALL e l'I-RECA dovettero sospendere la manovra di decollo per problemi di surriscaldamento ai motori.
Al decollo un incidente coinvolge l'I-RECA (perde la vita il sergente Fois) e l'I-BOER (perde la vita l'intero equipaggio). Durante la trasvolata ammarano l'I-DONA, che riesce a riprendere il volo, e l'I-BAIS, disperso.
Natal 11 gennaio - Bahia (oggi Salvador) 1000 km
Bahia 15 gennaio - Rio de Janeiro 15 gennaio 1931 1350 km
Ci sono due modi per tornare da una battaglia: con la testa del nemico o senza la propria.
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Re: Italo Balbo
Anche queste notizie non le conoscevo. Peccato ci siano notizie di serie A e notizie di serie B che non si conoscono anche se hanno dato lustro all'Italia.
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Re: Italo Balbo
Nel 1926 Balbo fu nominato sottosegretario di Stato all'aviazione, da sottosegretario riorganizzò la neocostituita Regia Aeronautica come forza armata autonoma, ancora ai primi passi, coi bilanci insufficienti, bisognosa di un ammodernamento e di un aumento di prestigio. Grazie a Balbo la Regia Aeronautica divenne una grande arma anche propagandistica per il regime.
Nel 1927 Balbo conseguì il brevetto di pilota, diede una sede stabile al ministero facendo costruire un nuovo palazzo con criteri architettonici 'razionalisti'. Avviò la fondazione della “città dell'aria”, Guidonia, dove sorse un modernissimo centro di ricerche d'ingegneria aeronautica, che raccolse nomi di scienziati di prim'ordine, come Gaetano Arturo Crocco, Luigi Crocco, Antonio Ferri, e Luigi Broglio, il futuro padre della ricerca spaziale italiana. Diede inoltre vita nella nuova cittadella scientifica Guidonia-Montecelio a un centro studi per coordinare e promuovere lo sviluppo aeronautico, affidandone il comando ad Alessandro Guidoni.
Altra "creatura" di Balbo fu la Scuola Alta Velocità, nata a dicembre a Desenzano del Garda dove prima sorgeva l'idroscalo privato di Gabriele D'Annunzio; il tenente colonnello Mario Bernasconi, che ne era direttore, aveva a disposizione ogni tipo di struttura e materiali che doveva sfruttare per consegnare all'Italia l'ambita Coppa Schneider.
Dopo la crociera aerea del Mediterraneo occidentale (25 maggio-2 giugno 1928) insieme all'aiuto del trasvolatore Francesco De Pinedo, Balbo venne promosso generale di squadra aerea in agosto. La successiva crociera aerea del Mediterraneo orientale (5-19 giugno 1929) fu presieduta sempre da Balbo,con De Pinedo incluso come semplice pilota di uno degli aerei della formazione, in quanto la direzione tecnica del volo andò al colonnello Pellegrini, capo del gabinetto di Balbo. Il 20 aprile 1929 intanto fu rieletto deputato alla Camera per il PNF.
Il 12 settembre 1929, a trentatré anni, Italo Balbo fu nominato ministro dell'Aeronautica, guidò poi due crociere aeree transatlantiche in formazione, inframezzati, nel 1932, da una proposta avanzata a Mussolini circa l'istituzione di un unico ministero per la difesa, sostenuto dalla quadruplicazione delle somme destinate alla marina e all'aeronautica. Alla guida del nuovo ministero sarebbe dovuto andare lo stesso Balbo ma, benché alcuni capi militari vedessero di buon gusto l'iniziativa, le rivalità tra le forze armate e, soprattutto, la gelosia del Duce nei confronti della popolarità del ministro aviatore, fecero naufragare l'intero progetto.
Balbo dispiegò grande energia nell'imporre disciplina e rigore alla Regia Aeronautica sin da quando ne era segretario, accantonando gli aspetti romantici ed individualistici dell'aviazione pionieristica ed indirizzandola a formare una forza armata coesa e disciplinata. I voli transoceanici in formazione furono un esempio di tale indirizzo: non più imprese individuali, ma di gruppo e minuziosamente programmate e studiate. Il limite di Balbo fu di dare troppo peso agli eventi spettacolari, inducendo l'aviazione a dare troppa attenzione ai primati sportivi, senza ricadute positive sugli aerei usati per il normale servizio. Il prestigio accumulato dall'aviazione durante il ministero di Balbo, diede alle autorità italiane l'impressione di avere una forza aerea di prim'ordine. È da rilevare che se Balbo avallò le idee di Giulio Douhet sull'aviazione strategica, nel contempo sostenne fattivamente la costituzione dello Stormo d'assalto sotto il comando di Amedeo Mecozzi, incoraggiando lo sviluppo dell'aviazione tattica.
Balbo si avvalse di queste due linee di pensiero per raggiungere «l'unità organica della difesa dell'aria, e la necessità che sia esclusivamente affidata all'armata aerea, nella quale viene riunito tutto il complesso delle forze [...] disponibili», senza tuttavia dare all'aeronautica «una vera e propria dottrina di guerra fissata in canoni rigidi e immutabili» che, comunque, non era in grado di imporrei ai capi dell'esercito e della marina, nonché agli industriali desiderosi di aggiudicarsi il più alto numero di commesse per allargare il già eterogeneo parco velivoli. È proprio per questo attaccamento alla guerra aerea indipendente che Balbo non affidò mai alcun incarico a Douhet e trasferì, nel 1937, il neo-promosso generale Mecozzi nella lontana Somalia. Si oppose alla concessione di bombardieri alla Regia Marina e alla realizzazione di navi portaerei, che riteneva avrebbero sottratto fondi e materiale alla Regia Aeronautica riducendo anche l'indipendenza della neonata arma aerea. La mancata realizzazione di portaerei influì negativamente sulle operazioni della Regia Marina nel secondo conflitto mondiale (vedasi battaglia di Capo Matapan), ma sarebbe un errore attribuirne la responsabilità alla sola opposizione di Balbo, vista la posizione conservatrice dei vertici della Regia Marina contraria anche al radar.
Nel 1927 Balbo conseguì il brevetto di pilota, diede una sede stabile al ministero facendo costruire un nuovo palazzo con criteri architettonici 'razionalisti'. Avviò la fondazione della “città dell'aria”, Guidonia, dove sorse un modernissimo centro di ricerche d'ingegneria aeronautica, che raccolse nomi di scienziati di prim'ordine, come Gaetano Arturo Crocco, Luigi Crocco, Antonio Ferri, e Luigi Broglio, il futuro padre della ricerca spaziale italiana. Diede inoltre vita nella nuova cittadella scientifica Guidonia-Montecelio a un centro studi per coordinare e promuovere lo sviluppo aeronautico, affidandone il comando ad Alessandro Guidoni.
Altra "creatura" di Balbo fu la Scuola Alta Velocità, nata a dicembre a Desenzano del Garda dove prima sorgeva l'idroscalo privato di Gabriele D'Annunzio; il tenente colonnello Mario Bernasconi, che ne era direttore, aveva a disposizione ogni tipo di struttura e materiali che doveva sfruttare per consegnare all'Italia l'ambita Coppa Schneider.
Dopo la crociera aerea del Mediterraneo occidentale (25 maggio-2 giugno 1928) insieme all'aiuto del trasvolatore Francesco De Pinedo, Balbo venne promosso generale di squadra aerea in agosto. La successiva crociera aerea del Mediterraneo orientale (5-19 giugno 1929) fu presieduta sempre da Balbo,con De Pinedo incluso come semplice pilota di uno degli aerei della formazione, in quanto la direzione tecnica del volo andò al colonnello Pellegrini, capo del gabinetto di Balbo. Il 20 aprile 1929 intanto fu rieletto deputato alla Camera per il PNF.
Il 12 settembre 1929, a trentatré anni, Italo Balbo fu nominato ministro dell'Aeronautica, guidò poi due crociere aeree transatlantiche in formazione, inframezzati, nel 1932, da una proposta avanzata a Mussolini circa l'istituzione di un unico ministero per la difesa, sostenuto dalla quadruplicazione delle somme destinate alla marina e all'aeronautica. Alla guida del nuovo ministero sarebbe dovuto andare lo stesso Balbo ma, benché alcuni capi militari vedessero di buon gusto l'iniziativa, le rivalità tra le forze armate e, soprattutto, la gelosia del Duce nei confronti della popolarità del ministro aviatore, fecero naufragare l'intero progetto.
Balbo dispiegò grande energia nell'imporre disciplina e rigore alla Regia Aeronautica sin da quando ne era segretario, accantonando gli aspetti romantici ed individualistici dell'aviazione pionieristica ed indirizzandola a formare una forza armata coesa e disciplinata. I voli transoceanici in formazione furono un esempio di tale indirizzo: non più imprese individuali, ma di gruppo e minuziosamente programmate e studiate. Il limite di Balbo fu di dare troppo peso agli eventi spettacolari, inducendo l'aviazione a dare troppa attenzione ai primati sportivi, senza ricadute positive sugli aerei usati per il normale servizio. Il prestigio accumulato dall'aviazione durante il ministero di Balbo, diede alle autorità italiane l'impressione di avere una forza aerea di prim'ordine. È da rilevare che se Balbo avallò le idee di Giulio Douhet sull'aviazione strategica, nel contempo sostenne fattivamente la costituzione dello Stormo d'assalto sotto il comando di Amedeo Mecozzi, incoraggiando lo sviluppo dell'aviazione tattica.
Balbo si avvalse di queste due linee di pensiero per raggiungere «l'unità organica della difesa dell'aria, e la necessità che sia esclusivamente affidata all'armata aerea, nella quale viene riunito tutto il complesso delle forze [...] disponibili», senza tuttavia dare all'aeronautica «una vera e propria dottrina di guerra fissata in canoni rigidi e immutabili» che, comunque, non era in grado di imporrei ai capi dell'esercito e della marina, nonché agli industriali desiderosi di aggiudicarsi il più alto numero di commesse per allargare il già eterogeneo parco velivoli. È proprio per questo attaccamento alla guerra aerea indipendente che Balbo non affidò mai alcun incarico a Douhet e trasferì, nel 1937, il neo-promosso generale Mecozzi nella lontana Somalia. Si oppose alla concessione di bombardieri alla Regia Marina e alla realizzazione di navi portaerei, che riteneva avrebbero sottratto fondi e materiale alla Regia Aeronautica riducendo anche l'indipendenza della neonata arma aerea. La mancata realizzazione di portaerei influì negativamente sulle operazioni della Regia Marina nel secondo conflitto mondiale (vedasi battaglia di Capo Matapan), ma sarebbe un errore attribuirne la responsabilità alla sola opposizione di Balbo, vista la posizione conservatrice dei vertici della Regia Marina contraria anche al radar.
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Re: Italo Balbo
Didi ha scritto:Anche queste notizie non le conoscevo. Peccato ci siano notizie di serie A e notizie di serie B che non si conoscono anche se hanno dato lustro all'Italia.
C'è un fatto che mi raccontò mio nonno che era ufficiale dei carabinieri reali ed era in Libia, il 21 giugno del 1940 mio nonno era con la sua compagnia a Bir el Gobi di pattugliamento in quell'area, quando Balbo intercettò un autoblindo britannico catturandone l'equipaggio, prima che mio nonno con i suoi uomini giungesse con i suoi uomini a circondare l'autoblindo, Balbo era già atterrato e bussò al portello dell'autoblindo per indurre gli inglesi a uscire fuori dall'autoblindo. L'aereo si rimise in volo circuitando sopra l'autoblindo.
Nel frattempo era giunto mio nonno che prese in consegna i prigionieri inglesi, Balbo si raccomandò con mio nonno che venissero trattati umanamente secondo le leggi di guerra e permise loro di tenere i propri effetti personali come orologi, fedi e altre cose.
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